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Lavorando con il corpo, ci occupiamo moltissimo di vergogna. Per Reich l’emergere della sensazione di vergogna era l’indicatore primario dell’esistenza di un blocco. Inoltre, uno degli ostacoli al lavoro corporeo è spesso un sentimento di vergogna che ostacola l’esplorazione del vissuto corporeo ed emotivo.
Phil Helfaer nel suo lavoro “Sex and Self-Respect, The Quest for Personal Fulfillment (1998) affronta la questione della vergogna in una prospettiva bioenergetica- Per Helfaer il rispetto di sé è un concetto corporeo che permette di comprendere il sentimento della vergogna.

Il rispetto di sé, per Helfaer, non è un concetto psicologico. Il rispetto di sè significa essere in contatto con i propri sentimenti e con i propri stati corporei, permettendosi di lasciarsi guidare da essi. E’ espressione della vitalità e dello scorrere della propria energia vitale. Riflette la capacità di essere pienamente in contatto con se stessi e con il mondo esterno. La nostra capacità di rispettarci può però essere sopraffatta da richieste irrealistiche e da immagini grandiose. Può essere minato da sentimenti di bassa autostima, come da altre sfumature della vergogna: l’odio di sé, umiliazione, senso di fallimento, di inadeguatezza e di mancanza di indipendenza.

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La Bioenergetica è stata creata da Alexander Lowen per includere l’ascolto del corpo nel processo terapeutico. Sappiamo che, a partire dai primi anni di vita, i conflitti emotivi inconsci si strutturano nel corpo e, con il tempo, creano quelle tensioni muscolari croniche che chiamiamo armatura. Diventa parte integrante di noi e ci fa agire nel modo che abbiamo imparato a fare per non soffrire troppo e condiziona anche i sentimenti con cui affrontiamo le situazioni. Spesso, queste tensioni sono associate a sentimenti di tristezza, paura e rabbia.
A volte le esperienze dell’infanzia portano a non sentirsi degni d’amore e quindi, temendo risposte ostili dagli altri, a rinunciare ad esprimersi. Così molti di noi hanno imparato molto presto a limitare la vitalità ed a creare barriere contro le emozioni, e questo implica che non sempre riusciamo a dare spazio ai nostri bisogni più profondi. Proprio per questo lavoro per risvegliare il nostro corpo e le nostre emozioni.
Quando il corpo si espande, grazie alla respirazione profonda e all’aumento di flessibilità, ci restituisce un maggior senso di sé, risveglia i ricordi nascosti nella muscolatura contratta e cambia il modo di percepire, permettendoci di uscire dal circolo vizioso di chiusura e rinuncia. Infatti, dando spazio alle diverse parti di noi, affrontando il disagio, la paura e il senso di colpa, permettiamo uno scambio che porta a maggiore armonia, serenità e gioia di vivere.
Nel mio lavoro la respirazione assume un ruolo veramente centrale: osservare il modo in cui una persona respira permette di vedere come si pone rispetto al diritto di prendere ciò che le serve nella vita. Respirare è un atto aggressivo e spesso, un’insufficiente ampiezza del respiro si riflette in una riduzione del flusso delle sensazioni nel corpo che può portare a scoraggiamento e tristezza.

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Per essere un guerriero spirituale,
uno dovrebbe avere un cuore rotto;
senza un cuore rotto
e il riconoscimento di un senso di tenerezza e vulnerabilità
dentro di sè e in tutti gli altri,
il suo valore guerriero non è credibile.

Chögyam Trungpa Rinpoche
The Sacred Path of the Warrior. Ed. Shambhala

Ciascuno di noi ha dentro di sé un guerriero, un guerriero spirituale che lotta per trovare il giusto equilibrio tra il lasciare andare e l’aggrapparsi, combattere e arrendersi, desiderare e ottenere, vincere e perdere…

STT-Sales-windScarf

La via del guerriero è il cammino di ciascuno di noi verso la saggezza data dalla capacità di stare nella nostra natura umana, con tutto quello che questo significa nel quotidiano, riconoscendone però la scintilla divina. La bioenergetica aiuta a contattare la realtà: il grounding, con il bend over e l’arco, ci prepara ad affrontare le piccole e grandi sfide che la vita ci presenta.

“La mente è alla continua ricerca di zone di sicurezza, ma queste si dissolvono una dopo l’altra e allora ci affanniamo a costruirne di nuove. Vogliamo sempre sapere che cosa ci aspetta…La via del guerriero è opposta ala mente, …è quando siamo totalmente aperti a qualsiasi cosa possa accadere senza tirarci indietro, senza fissarci su noi stessi…
Come può l’esercizio fisico cambiare il nostro atteggiamento verso la vita?
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Amarsi è fondamentale per avere successo nella vita: nelle relazioni, nel lavoro, negli affari

1. NON CRITICARTI!
Non farlo MAI, per nessun motivo. La critica NON è mai costruttiva, non migliorerai di certo ripe-tendoti di essere ‘stupido’, ‘sciocco’, ‘incapace’. Ricorda che l’inconscio non è in grado di discernere l’ironia dalla verità, e soprattutto non è capaci di mettere fine a quanto tu gli hai già comunicato più volte. Immagina la tua mente come un computer nel quale immetti informazioni, quando lo apri cosa vi trovi? Esattamente quello che vi hai messo. Comincia a pensare a te in termini di APPROVAZIONE. Ricorda che ogni giorno fa la differenza: puoi cambiare in qualunque momento, la responsabilità è tua e per farlo occorre che tu smetta immediatamente di criticarti. Sostituisci perciò la critica con l’approvazione. Trova tutte le occasioni possibili ad ogni azione che fai per ripeterti: «Bravo! Ce l’hai fatta!» – «Fantastico, sei proprio in gamba!» – «Ehi, ma sei proprio creativo!»

2. ELIMINA LA PAURA DALLA TUA VITA.
Il pensiero crea la tua realtà: se emetti continuamente pensieri di paura, la paura sarà il risultato della tua vita. Ricorda che ogni cosa che accade ha lo scopo di portarti un insegnamento, ogni avvenimento è perfetto per la tua crescita. Scegli di eliminare la paura e sostituiscila con pensieri positivi e realizzativi. Immaginati sempre il MEGLIO e immaginalo come se già fosse accaduto. Pensa spesso a cose che ti piacerebbe realizzare (abbandonati alla fantasia più sfrenata) e pensale dettagliatamente, come già realizzate. Il pensiero è creativo e può realizzare concretamente.

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Acquisire consapevolezza del corpo e dei suoi blocchi è fondamentale, ma non basta: dev’essere accompagnata dalle capacità di contenimento emotivo e di espressione. Infatti, spesso sperimentiamo uno squilibrio fra questi tre aspetti; magari siamo consapevoli e padroni di noi ma poco capaci di esprimerci. Oppure siamo molto espressivi e consapevoli ma poco padroni di noi stessi per cui quello che diciamo può ritorcercisi contro.

Il grounding

grounding

Questo processo permette di ‘scendere’ ma anche di aprire uno spazio di accoglienza e accettazione per quello che sentiamo e percepiamo. Coltiviamo una comprensione profonda e non giudicante di noi stessi.

Lasciar uscire l’aria significa lasciarsi andare. Il ventre viene contratto e tenuto in dentro per reprimere sentimenti di tristezza, per controllare le lacrime. Se lo lasciamo andare siamo soggetti ad avere un vero pianto di pancia ma apriamo la porta anche alla possibilità di una vera risata di pancia. Non si tratta di voler respirare ma di lasciar svolgere spontaneamente la respirazione. Ogni turbamento della respirazione naturale è dovuto a qualche atteggiamento inconscio del trattenere o a tensioni muscolari.

Alexander Lowen

Essere in contatto significa sentire e riconoscere ciò che accade in noi, è completamente differente dall’attività intellettuale. Abbiamo bisogno di sentire per esempio se la colonna vertebrale è troppo rigida o troppo morbida per osservare come influenza la nostra centratura.

Risvegliare il corpo, stabilire un contatto con i vissuti profondi immagazzinati, ci permette di migliorare la relazione con noi stessi e di vivere più pienamente.

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