Violenza
Da molti anni mi occupo del tema della violenza nelle diverse accezioni: violenza fisica, violenza psicologica, violenza domestica e maltrattamento. In particolare, ho sviluppato strumenti che aiutano a identificare le radici psicologiche della violenza, che contribuiscono a trasmettere la violenza da una generazione all’altra. Collaboro con ospedali ed enti pubblici per la formazione degli operatori.
La violenza domestica è sempre esistita. Nella nostra cultura è spesso considerata “normale” e questo la rende poco visibile, inoltre è un fenomeno sommerso: le denunce sono in numero irrisorio rispetto all’incidenza degli episodi di violenza contro le donne.
Nei corsi, in cui affianco a parti teoriche delle esperienze pratiche, illustro i temi dell’ascolto, dell’accoglienza, del sostegno e dell’accompagnamento delle donne che vivono relazioni violente. Naturalmente spesso oltre ad accogliere queste donne è necessario occuparsi anche dei bambini che possono aver assistito alle violenze.
Infatti, l’impatto delle violenze viste può radicarsi profondamente in loro e condizionarne la vita. Come evidenziano gli studi, la maggior parte delle donne maltrattate e degli uomini violenti sono stati dei bambini maltrattati.
Facilito sempre una reale occasione di confronto, riflessione ed approfondimento dei temi sociali e psicologici connessi ad un fenomeno così difficile da affrontare.
Corsi di formazione per docenti e studenti
In un’ottica di prevenzione primaria del fenomeno sono essenziali interventi educativi nelle scuole tesi a sviluppare la consapevolezza e la sensibilità del personale docente e dei ragazzi sui temi legati alla dignità della persona. Gli incontri comprendono sia una parte teorica relativa agli aspetti sociali, psicologici e giuridici della violenza domestica sia una parte di condivisione delle esperienze, per far comprendere ai partecipanti come questo fenomeno sia davvero “così lontano, così vicino” per ciascuno di noi.
L’educazione è, certamente, uno strumento molto potente di prevenzione ed una società nella quale avvengono troppi episodi di violenza in famiglia ha bisogno di tutti gli strumenti che conosce per cercare di ridurli: educare alla differenza ed alla reciprocità fra i generi permette di attribuire un valore reale all’identità di maschio o di femmina e di prevenire lo sviluppo di relazioni profondamente laceranti o addirittura violente. Partire da sé, dal riconoscimento dei bisogni e dei desideri, dall’auto percezione permette di intravedere la possibilità di esprimersi davvero e di incontrare l’altro alla pari.
In particolare, in un’ottica preventiva è utile scoprire aspetti di sé legati all’identità di genere, cioè al modo in cui abbiamo “imparato” ad essere maschio o femmina, e di esplorare sensazioni, percezioni e modalità espressive correlate. Esplorare gli stereotipi e chiedersi come dev’essere una brava bambina o un bravo ometto aiuta a guardare a nuove modalità di essere. Provare l’esperienza della gioia (e dell’armonia) o della rabbia (che può portare alla violenza) a partire dal corpo aiuta a conoscere meglio queste emozioni, a non averne paura e a poterci convivere.