Questo percorso si propone lo scopo di fornire uno spazio d’esplorazione a chi desidera esaminare e comprendere meglio il proprio rapporto con il cibo. Spesso quello che porta a mangiare non e’ uno stimolo di fame o appetito, ma un meccanismo di compensazione. Infatti, esiste un’intera gamma di disordini alimentari, che vanno dal rifiuto totale del cibo al perdere completamente il controllo di come e quando si mangia, legati al significato dato ai diversi alimenti e all’essere più o meno grassi.
Un libro molto interessante sull’argomento è quello di Susie Orbach – intitolato ‘Noi ed il nostro grasso’ (Orbach, 1978) – in cui l’autrice esamina i meccanismi emotivi dell’alimentazione. In particolare, lavorando con molte donne sui significati inconsci dell’essere magra, scopre una serie di timori e di vere e proprie paure che a livello cosciente non erano assolutamente note. Per esempio, alcune donne vedono la magrezza come sintomo di superficialità, altre come indice dell’avere poco ‘peso’ o dell’essere considerate poco importanti, senza carattere e quindi facilmente manovrabili… Inoltre, certe donne sono convinte che la loro vita si risolverà solo quando saranno magre e quindi non possono rischiare di diventarlo per verificare che non è così.
Ci sono dei motivi emotivi precisi che portano a mangiare in eccesso e a voler essere ‘grasse’. Se ci osserviamo con attenzione, scopriamo che a volte mangiamo per rabbia o per farci coraggio, oppure per premiarci o per consolarci; a volte sentiamo un vuoto dentro, oppure una forte tensione… Per Hilde Bruch (Bruch, 1977) l’essere grasse può manifestare una richiesta d’amore continua: il vero affetto è indipendente dalle dimensioni. (“Se mi volessi bene veramente, mi ameresti anche grassa”). Inoltre, a livello emotivo, si può vivere il grasso come un’indispensabile protezione, in questo caso e’ chiaro che prima di dimagrire bisogna trovare il modo di sostituirlo!
Prima di poter cambiare le proprie dimensioni, ed effettuare quindi una trasformazione, è necessario conoscere, per affrontarli, i propri ostacoli e conflitti emotivi. Il peso e le dimensioni reali non corrispondono quasi mai a come una donna si vede o si sente: in questo senso e’ importante sviluppare il proprio rapporto con il corpo verso l’accettazione. Senza comprensione e amore nei propri confronti, è molto difficile crescere e cambiare.
Oltre all’opportunità di ritrovarsi con altre persone che hanno lo stesso problema, rompendo così l’isolamento e la disperazione di chi tiene nascosti certi meccanismi di cui si vergogna, questi incontri sostengono ed incoraggiano chi partecipa a continuare il lavoro anche al di fuori. Infatti, ripercorrere la propria storia alimentare, identificando periodi ed episodi significativi, aiuta a trovare i temi personali collegati alle abitudini alimentari ed i conflitti che l’essere o il sentirsi grasse risolve.
In un’atmosfera di supporto reciproco, i partecipanti sono incoraggiati a condividere esperienze e vissuti, lavorando insieme per trovare i significati dati all’essere di un dato peso e per decidere quello voluto realmente.