Lutto
Sembra che nella nostra società non ci sia posto per l’elaborazione del lutto. I ritmi fisici ed emotivi sono talmente accelerati da privarci spesso del tempo necessario per arrivare ad accettare la scomparsa definitiva di una persona cara e, soprattutto, per ristrutturare un nuovo equilibrio psico-emotivo di fronte al cambiamento portato dal lutto.
Il lutto è un’esperienza di privazione, di abbandono e di desolazione che sperimentiamo quando perdiamo una persona cara. Quest’esperienza è assolutamente normale: accade prima o poi alla maggior parte delle persone nel corso della vita. Ciò nonostante, causa sintomi psicologici molto invalidanti e può precipitare o complicare qualsiasi difficoltà di adattamento alla vita di tutti i giorni.
Il lutto è certamente una esperienza estremamente stressante e distruttiva, particolarmente spaventosa per chi non l’ha mai provato. Lo stupore, lo stordimento, e lo sconforto sono tutte sensazioni normali. Come pure normali sono i sintomi di ansietà, il fatto di piangere e la rabbia. Rientra nella norma anche sentirsi in colpa, o il l’avere allucinazioni riguardanti la presenza della persona morta.
Il lavoro sul lutto attraversa quattro fasi:
– accettare la realtà della perdita
– sperimentare e tollerare il dolore del lutto
– adattarsi a vivere senza la persona morta
– investire le proprie emozioni su nuovi oggetti d’amore.
Accettare la realtà della perdita può significare essere presente all’atto della morte, vedere il corpo dopo l’avvenuta morte, o partecipare ai riti funerari. In genere però continua a non sembrare vero per alcuni mesi.
Il lavoro intrapsichico sul lutto é a tratti difficile, anche se di grande beneficio, e per questo possiamo essere tentati di evitarlo. E’ però molto più saggio, anche se all’inizio doloroso, cercare di rispettare i propri tempi di elaborazione del lutto, senza farsi violenza, senza farsi pressare da chi ci dice di “darci una scrollata perché la vita continua” finché il lavoro interiore sia completato.
Il fatto di riadattarsi a vivere in un mondo dove la persona morta non c’è più comporta il cambiare molti dei rituali della vita quotidiana al punto di assumere alcune delle funzioni che prima erano della persona deceduta e questo può renderci più completi.
Nelle prime fasi del lutto la persona che ha perso un caro è costantemente ossessionata dalla memoria della persona che ha perso. Rivive costantemente episodi passati e a tratti sembra proprio che la persona sia presente. Abbiamo bisogno di questo lavoro di rielaborazione e rivalutazione degli aspetti della relazione per rimetterli in prospettiva, prima di lasciare che affondi nella memoria.
Soltanto in seguito l’energia emozionale ‘trattenuta’ nella relazione potrà essere libera di essere reinvestita in nuove relazioni.
Con il tempo di cui abbiamo bisogno, possiamo ritornare a vivere pienamente.