Ansia, depressione, panico
L’ansia e la depressione sono i due sintomi più comuni di un disagio psicologico, e spesso vengono accostati quasi fossero una cosa unica. In realtà sono profondamente diversi, e differente è anche la loro gravità.
L’ansia è una risposta sostanzialmente fisiologica ad una sollecitazione ricevuta dal cervello. Può nascere anche dai ricordi o dalle emozioni, dalla elaborazione di quello che ci è successo in passato o che temiamo potrà accaderci in futuro.
Socialmente ormai considerata soltanto un problema, l’ansia è però anche necessaria e funzionale: senza di essa non potremmo adattarci e rispondere ad uno stimolo che compare, talvolta d’improvviso, a modificare i nostri equilibri.
Dobbiamo distinguere ansia fisiologica o normale e ansia patologica in base alla percezione di disagio quando proviamo uno stato di tensione, di preoccupazione, di malessere in assenza di stimoli esterni o interni. È ansia quindi il sentirci pronti a reagire o a scattare anche quando non avremmo motivo o bisogno di essere reattivi, quando proviamo una serie di segni fisici o psicologici anche se potremmo sentirci tranquilli e rilassati. E a volte tutto ciò agisce sia su di noi che su quelli a noi vicini.
Negli ultimi 30 anni si è potuto verificare come almeno un terzo della popolazione mondiale ha avuto o potrà avere un disturbo d’ansia nella vita.
Dal punto di vista psicologico, la difficoltà a lottare contro gli effetti di uno stato di ansia prolungata può portare alla demoralizzazione e quindi ai presupposti di una depressione. E’ depresso chi, per un periodo abbastanza prolungato, almeno quindici giorni, lamenta continuamente senso di stanchezza, mancanza di forze e di energie, assenza di concentrazione, preoccupazione per la propria salute, totale disinteresse verso l’appetito, il lavoro, gli svaghi o la sessualità.
E’ importante rendersi conto che ogni nostra risposta agli eventi è mediata dai nostri pensieri, credenze ed immagini. Per riuscire a condurre una vita emotivamente più soddisfacente abbiamo bisogno di identificare le convinzioni malsane, spesso inconsce, che ci condizionano.
Come esseri umani siamo un tutto unico. Idee, emozioni e comportamenti sono aspetti del nostro funzionamento globale. Ogni risposta è mediata da un certo tipo di ragionamento, quindi dal pensiero, da immagini e da credenze. La base del cambiamento terapeutico è la modificazione delle credenze, dei pensieri e delle emozioni.
Il disagio psichico rappresenta una disfunzione che coinvolge ogni minimo aspetto del funzionamento dell’organismo, compresi gli aspetti somatici. Non credo siano gli eventi in quanto tali a creare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e comportamentali, ma il modo in cui li viviamo, influenzati dalle nostre convinzioni, idee e pensieri. Tendiamo per natura ed anche per educazione a costruirci astrazioni e generalizzazioni sulla base delle nostre sensazioni.
Siamo attivi costruttori di noi stessi e della nostra realtà. Non siamo determinati unicamente dalla nostra storia, dall’ambiente e dalle relazioni sociali, siamo anche un sistema che funziona per imparare e per prevedere.
Il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP)
Il DAP è caratterizzato dall’improvviso verificarsi di un senso di paura senza alcun motivo particolare o apparente, durante il normale svolgimento delle attività quotidiane. La maggior parte degli attacchi di panico raggiunge la massima intensità entro 10 minuti ed i sintomi sono caratterizzati da iperventilazione, tremori, movimenti oscillatori, sensazione di caldo o di freddo, sudorazione profusa, nausea, palpitazioni, dolori al petto. Alcuni hanno la sensazione di trovarsi all’esterno del proprio corpo e di guardarsi dall’alto.
Circa 1/3 dei giovani adulti ha almeno un attacco di panico tra 15 ed i 35 anni e, secondo il DSM IV dall’1.5 al 3.5% della popolazione mondiale sviluppa un disturbo da attacchi di panico nel corso della propria vita.
Siccome l’attacco di panico si basa su una crisi respiratoria, un aspetto sul quale lavoro sempre è la respirazione. Tendiamo a respirare troppo superficialmente per via delle tensioni muscolari accumulate nel corso degli anni. Il lavoro con la bioenergetica ed il respiro sono fondamentali per ridurre l’intensità e la frequenza degli attacchi (vedi Bioenergetica in Visione)
A livello psicologico poi andremo a vedere quali sono le paure di fondo, spesso inconsapevoli, che contribuiscono all’insorgenza di queste crisi.