Psicoterapeuta Torino Renata Fumi
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Le varie forme di narcisismo patologico

Caratteristiche principali:
• Grandiosità
• Necessità d’ammirazione (entitlement)
• Mancanza d’empatia e invidia
• Arroganza e presunzione
• Suscettibilità alla vergogna e fragilità dell’io

2 grandi sotto gruppi:

• Grandioso, o overt
• Vulnerabile, o covert

Il grandioso gioca in attacco, è arrogante ecc.
Il vulnerabile gioca in difesa, evita tutti i costi il rifiuto e quindi è falsamente umile ed empatico. Evita le prove, tende alla rinuncia e comprende gli altri. Sostiene la fantasia della grandiosità.

I confini fra i 2 sotto tipi sono però mobili, sia gli overt che i covert possono essere di gravità estreme e ci sono casi molto diversi in entrambi i gruppi.
Hanno in comune un eccessivo senso di riferimento agli altri per il proprio senso di sé e una bassa autostima. Ricercano l’approvazione.

Per sopravvivere al vuoto e allo spegnimento interiore la regolazione dell’autostima è centrale.

Esiste poi un terzo tipo, il narcisista patologico maligno. Questi hanno una totale assenza di empatia e hanno identificato il proprio sé ideale con personalità crudeli e sadiche. E spesso non sono trattabili in psicoterapia.

L’asse tra vuoto e vergogna da un lato, e grandiosità manifesta e nascosta dall’altro è centrale. Se non riescono a mantenerlo stabile, e ad essere orgogliosi, diventano psicopatologici.

Diventa dominante il disprezzo finché prevale il conflitto fra grandiosità e rabbia: se non realizzano la grandiosità la loro autostima è minacciata.

Se il fallimento viene percepito da loro, i narcisisti possono accedere a una depressione, avendo perso la grandiosità, loro scopo principale. Questa depressione non è però il problema del narcisismo patologico, il problema è quando NON c’è nonostante i fallimenti esistenziali. Infatti, in questo caso prevale l’invidia e la rivalsa che portano alla paranoia. Qui il narcisista patologico può diventare dissociato e frammentato. Il timore di essere umiliato e di provare vergogna può dare luogo ad acting out rabbiosi e aggressivi.

Nel cover è il timore dell’umiliazione con il tentativo di coprirlo con falsa umiltà ed empatia che spinge ad avere una pseudo benevolenza che permette d ricevere ammirazione e sostenere la grandiosità Se invece non arriva possono diventare evitanti.

Possono anche blandire l’altro per venire ammirati, se però non arriva provano odio.
Ci sono vari livelli di gravità:
• Mancanza di depressione davanti a fallimenti reali
• Mancanza di agentività, dipendenza dagli altri senza poterlo ammettere. Diffidenza e rabbia, anche odio, verso gli altri da cui dipendono.
• Negazione bisogni affettivi può essere totale e rende devastanti le relazioni
• Mancanza di empatia e senso reale è forse l’aspetto più grave
• Bassi livelli metacognitivi, soprattutto nella comprensione della mente altrui.

Conseguenza della negazione dei bisogni affettivi è che adottano strategie aggressive di controllo per ottenere qualche soddisfazione. Se l’altro non si sottomette vanno verso ostilità e paranoia. Possono anche dissociarsi, frantumarsi.

La mancanza d’empatia può essere cognitiva, emotiva e/o interpersonale. I narcisisti non hanno senso morale, che è di due tipi: uno empatico e uno Kantiano. Il narcisismo maligno non ha senso morale Kantiano e spesso non sono trattabili in psicoterapia.

LA TERAPIA

Nella relazione terapeutica emergono dei cicli interpersonali problematici in cui il terapeuta sente di dover agire in modo anti-terapeutico e quindi violando l’alleanza terapeutica. È normale sentirsi spinti a questo ed è importante esserne consapevoli.
Ciclo centrato sulla competizione, il narcisista è sprezzante del terapeuta che si sente misconosciuto e spinto a sgonfiare il pallone gonfiato. Se il terapeuta si rende conto del suo stato d’animo si rende conto di sentirsi come il narcisista e questo permette una comprensione empatica. Permette di comprendere a livello esperienziale il paziente e di agire per uscire dalla competizione.
Altra possibilità è l’idealizzazione del terapeuta da parte del paziente. Il terapeuta non deve entrare nella pena perché fa sentire umiliato il narcisista. Non è questa la via, il terapeuta deve cogliere gli aspetti rispettabili e stimabili che il paziente fa di tutto per nascondere. Esprimere rispetto e stima per il paziente consente d’arrivare al rispetto reciproco.

Nell’alleanza terapeutica il terapeuta può diventare spettatore della bravura del paziente che ovviamente si sente perfetto.
Per via della mancanza d’agentività chiede spesso soluzioni pratiche in un assetto passivo-aggressivo.
Entrambi gli aspetti sono presenti e quindi oscillano fra sentirsi a posto e chiedere soluzioni.
Manca il dialogo interiore che permette la consapevolezza di sé.

Come si affronta in terapia: con la tolleranza e l’uso del contratto terapeutico nel senso d’incoraggiare il dialogo col terapeuta che poi diventa dialogo interiore.
• Lo scopo della terapia non è l’umiltà, anzi può frammentarli.
Dobbiamo essere consapevoli del ruolo protettivo della grandiosità.
• Favorire e validare sentimenti depressivi rispetto a fallimenti e perdite. Vanno colte espressioni tristi.
• Favorire accesso ai bisogni affettivi cogliendo anche le espressioni tristi che vanno evidenziate.
Oltrepassare gli aspetti giuridici per arrivare al bisogno emotivo: non è un diritto essere amati ma un bisogno. Se la partner non ci ama più non possiamo appellarci al diritto.
• Favorire la consapevolezza degli stati di vuoto e della loro rilevanza rispetto alla grandiosità. La grandiosità serve a dare un senso, a sentirsi qualcuno. A voler essere riconosciuti ed essere orgogliosi di sé.
• Favorire la consapevolezza della pervasività del disprezzo e del suo ruolo nel creare cicli interpersonali. Spesso è il disprezzo che allontana.
• Favorire la consapevolezza della mancanza di distanza fra sé reale e ideale, e di come questo porti a non sforzarsi, a non pianificare e agire. È un handicap reale, è necessario avere una rappresentazione di sé migliore di sé da perseguire. Altrimenti si rimane inerti, paralizzati ad attendersi che il mondo si adatti a sé.
• Favorire la consapevolezza dei tratti passivo aggressivi legati alla non agentività e alla conseguente dipendenza. E discuterne quando si manifesta nella relazione terapeutica.
• Costruire un piano integrato del funzionamento complessivo. Escono dalla terapia migliorati clinicamente e consapevoli dei loro meccanismi interiori.
Di solito i narcisisti non provano piacere reale, sono dominati dal cercare conferma alla grandiosità.

Tags: abuso narcisistico, centratura, consapevolezza, maltrattamento, narcisismo, paura
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Mi occupo in particolare del rapporto con la malattia e la guarigione in una prospettiva globale, che considera la salute emotiva e la salute fisica come due facce della stessa medaglia. Credo che, a volte, abbiamo bisogno d’un luogo protetto e rispettoso nel quale dedicarci dolcezza, cura e amore per ritrovarci.

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