Il grounding è la risposta al trauma
Questo articolo illustra come David Berceli utilizza variazioni del grounding e degli altri esercizi di bioenergetica per guarire traumi profondi.
David Berceli si è lungamente occupato di psicologia dell’emergenza e si è trovato a lavorare con un grande numero di persone che avevano sperimentato una tragedia umanitaria. Persone che non avevano gli strumenti economici, culturali e nemmeno l’interesse personale per scegliere di sostenere una psicoterapia. Il suo approccio al trattamento post- traumatico si rivolge in particolare a queste categorie di persone che portano il segno del trauma che hanno subito e hanno bisogno di trovare un modo per superarlo, per sopravvivere, e, infine, tornare a vivere.
Il processo di superamento del trauma può essere considerato un processo in quattro fasi: esperienza, resistenza, sopravvivenza e superamento evolutivo. In questo processo è importante trovare un modo di superare gli esiti psicofisici che il trauma comporta e che possono riattivarsi in continuazione con flashback, sentimenti violenti di ansia e ritiro sociale.
A partire dal lavoro corporeo e dalla risposta fisica espressa dalle vibrazioni e dai tremori tipici del lavoro corporeo bioenergetico, si può avere una abreazione del trauma dal punto di vista fisico.
Questo processo di scarica e superamento fisico del trauma innesca poi anche un processo emotivo e cognitivo di liberazione dagli esiti dell’esperienza traumatica vissuta in un processo che può essere riassunto appunto nelle quattro fasi sopra delineate.
Il benessere e il grounding
Noi, non diversamente da tutti gli altri organismi viventi, tendiamo a rispondere in maniera fisica alle circostanze ambientali in cui ci troviamo a vivere. Quando sperimentiamo una sensazione di benessere possiamo essere naturalmente radicati. In questo senso il grounding può essere definito come il senso di pace e sicurezza che sperimentiamo in tutto il corpo e che si accompagna ad una sensazione di un Sé sicuro e integrato, un senso di calma e di piena consapevolezza del momento presente. Il trauma riduce il nostro radicamento e per questa ragione dobbiamo lavorare per ristabilirlo.
Il trauma e il grounding
Nel trauma è il nostro radicamento il primo aspetto che subisce una riduzione.
Questo perché ogni organismo vivente ha dei meccanismi neurologici, fisiologici e anatomici che si attivano per proteggerci durante le esperienze traumatiche e che si esprimono attraverso una contrazione involontaria del nostro sistema miofasciale e riguarda sia i muscoli lunghi che i muscoli profondi. Questi stessi meccanismi ci permettono, oltre che la protezione primaria, anche il ristabilimento del nostro radicamento e di un senso di centratura rispetto a se stessi, dopo l’esperienza traumatica.
Il trauma e le vibrazioni
I tremori e le vibrazioni che vengono durante il lavoro corporeo bioenergetico sono uno dei meccanismi fisici che consentono il recupero post-traumatico.
Perché il corpo produce vibrazioni e tremori?
Le vibrazioni sono il risultato della fascicolazione muscolare che permette alla muscolatura contratta di sciogliere il livello di tensione presente. Attraverso questo processo di fascicolazione, avviene uno scarico dell’energia che è rimasta trattenuta e noi possiamo riprendere il nostro radicamento a terra.
Neurologia del grounding
La neurologia si occupa di come il cervello processa la storia emotiva che il corpo vive. Il grounding neurologico nel cervello umano è il risultato di una efficace interfaccia tra il comportamento cognitivo e la regolazione del SNA.
Una sana comunicazione tra le tre parti del cervello (tronco dell’encefalo che raccoglie l’imprinting del trauma, sistema limbico che raccoglie l’attivazione emotiva e la corteccia che esprime l’aspetto logico-cognitivo) permette l’emergere di sensazioni di comfort e di grounding.
Bessel Van der Kolk afferma che “l’imprinting del trauma avviene nel tronco encefalico e non nella corteccia. Abbiamo perciò bisogno di un trattamento che si rivolga sia alla risposta del tronco encefalico che agli aspetti cognitivi”. Le vibrazioni bioenergetiche producono una risposta che si rivolge sia agli aspetti fisici che a quelli cognitivi.
Le tre parti del cervello
Il tronco dell’encefalo è parte del SNA e questa ragione è indipendente dalla corteccia e non soggetto ad un controllo consapevole.
Il sistema limbico – che raccoglie l’imprinting del trauma – è formato da amigdala, ippocampo, ipotalamo, talamo e mobilizza le emozioni e le azioni collegate alle emozioni. Lo scopo di questo sistema è di produrre una reazione di attacco/fuga o freezing superando il controllo esecutivo della corteccia. Per lavorare sul superamento delle emozioni connesse ad un evento traumatico non dobbiamo cercare di ricontattare la corteccia ma dobbiamo lavorare a livello del sistema limbico e del tronco dell’encefalo.
Durante le esperienze stressanti il tronco dell’encefalo e il sistema limbico funzionano autonomamente dai lobi frontali della corteccia.
Questo può condurre a comportamenti impulsivi, violenti, ad un aumento dell’ansia, della depressione, all’abuso di sostanze, a disturbi dell’apprendimento, e disordini collegati allo stress.
I neuroni e il grounding
Il nostro sistema nervoso comunica attraverso un circuito a due vie: top- down e bottom – up. Il trauma interrompe questa comunicazione. Questa comunicazione invece è mantenuta attraverso i neuroni afferenti ed efferenti. Il primo tipo di neuroni garantisce la comunicazione tra la periferia del corpo e il cervello, mentre il secondo tipo di neuroni garantisce il flusso di informazioni dal cervello al corpo. Questo circuito comunicativo completa il loop transcorticale. Questo flusso di informazioni nell’evento traumatico subisce una interruzione che, potremmo dire metaforicamente e non solo, separa il corpo dalla mente e interrompe il passaggio di informazioni a due vie interrompendo il loop transcorticale. Nel recupero del trauma è centrale partire da queste considerazioni e non partire dal coinvolgimento delle funzioni legate alla corteccia – ossia la narrazione e l’elaborazione cognitiva del trauma – ma farla precedere da un ristabilimento di questo circuito di comunicazione tra la mente e il corpo.
Tremori e vibrazioni
I tremori completano il loop transcorticale che è stato interrotto dal trauma, integrando automaticamente sia la ipoattivazione che la iperattivazione che possono rimanere dopo un trauma e ristabilendo la comunicazione a due vie di cui parlavamo poc’anzi.
I tremori neurogenici sono parte della memoria procedurale dell’animale. Il corpo li produce per completare il processo di scarica che è stato interrotto dal modello di risposta di attacco/fuga/freezing.
1. I tremori sono un modello riflessogeno contenuto nella memoria procedurale
2. Sono l’arte della composizione genetica dell’organismo umano
3. Sono genericamente basati sui processi di scarica dell‘organismo
4. I tremori si estinguono automaticamente quando la risposta difensiva è completata.
Gli esercizi di Berceli
Per lavorare sul corpo Berceli propone una specifica sequenza di esercizi che rilassa la muscolatura profonda dell’ileopsoas e ristabilisce, con una specifica progressione, il grounding. Nel corso della conferenza ha mostrato molti frammenti video di sessioni di lavoro corporeo che hanno permesso un ristabilimento di una qualità adeguata di vita a molte persone.
A cura di nicoletta cinotti